Nella versione di Vincenzo Monti
Introduzione di Ferruccio Ulivi
A cura di Marta Savini
Edizione integrale
La Grecia di Omero, nella traduzione di Vincenzo Monti, diventa un teatro di passioni forti, sentimenti intensi, avventure di eroi sottratti alla fissità del mito, protagonisti di una realtà sempre attuale. Risultato piÚ alto dello âstile Imperoâ nella letteratura, lâIliade del Monti si imprime nella memoria del lettore grazie al sapiente uso di una squisita strumentazione linguistica e a una ritmica che, verso dopo verso, trasporta in un mondo di imprese indimenticabili, episodi tragici, magnifici sortilegi. Nessun altro traduttore del poema ha saputo fondere, come il Monti, le istanze secolari della cultura classica con le esigenze della contemporaneità , arrivando a monopolizzare intorno a sÊ il dibattito culturale dei primi decenni del XIX secolo. Malgrado le accese polemiche (famosa quella animata da Ugo Foscolo), nessunâaltra versione dellâIliade è riuscita a lasciare un segno cosÃŦ importante nella memoria collettiva, proponendosi come un capolavoro di mediazione culturale.
Omero
Le notizie che abbiamo a disposizione riguardo a Omero sono tutte leggendarie. Tra le tante città della Grecia che si disputarono lâonore di avergli dato i natali (Chio, Smirne, Colofone, Pilo, Argo...), la piÚ attendibile sembra Chio e il secolo lâVIII. Alcuni contestano lâesistenza stessa di un aedo o rapsodo con questo nome cui attribuire la prima stesura scritta dei due poemi epici; altri dubitano che essi siano opera dalla stessa persona. In qualunque modo si voglia o si possa rispondere perÃ˛ allâannosa âquestione omericaâ, un fatto resta certo e inconfutabile: la straordinaria bellezza di questi versi, a distanza di millenni, rimane intatta.